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Riflessioni su alcuni termini del dialetto barese: tra latino e inglese

Nel dialetto barese si possono trovare molti esempi di parole e modi di dire che denotano una evidente derivazione dall'inglese-americano oltre ovviamente a moltissimi termini di chiara derivazione latina.

1. L'influenza dell'occupazione americana nel dialetto barese

Nel dialetto barese si possono trovare molti esempi di parole e modi di dire che denotano una evidente derivazione dall'inglese-americano parlato dai soldati “Alleati” durante l’occupazione del Sud, negli ultimi anni della seconda guerra mondiale.

  • “enzo”: termine usato dai bambini giocando a calcio, quando qualcuno toccava il pallone con le mani, deformando l’inglese hands;
  • “piciùs” (es. «n-gi facime ‘na piciùs?» ci facciamo una foto?) dall’inglese pictures (immagini, foto);
  • “luz!”, attento! dall’inglese look: guarda!
  • "a cheppune" deriva dalla parola “coupons” (tagliandi, buoni) che i soldati americani in Italia usavano per pagare la benzina (cudde non paghe, fasce a cheppune).

2. Utriusque ed altri latinismi

Agli inizi degli anni Settanta ('72 o '73), Giacomo Devoto (glottologo e linguista, che con Carlo Oli fu autore di un autorevole Vocabolario della lingua italiana) tenne una conferenza al palazzo della Provincia di Bari, sulle etimologie dei dialetti italiani, spesso carichi di storia e costume (nel '72 aveva pubblicato I dialetti delle regioni d'Italia. Sansoni, Firenze 1972, con Gabriella Giacomelli). In quella occasione, ricordo, spiegò l'origine della parola barese Utriusque, derivata dal latino.

Nasceva da un editto (o clama o bando o grida) che, annullando un editto (o...) precedente (che vietava alle donne di bere vino in pubblico), terminava con la frase "Utriusque generi bibere licet" (a entrambi i generi è lecito bere).

Le donne quindi, alzando il bicchiere, ricordavano agli uomini che era lecito ad entrambi: «ricorda: Utriusque». E gli uomini dicevano: «Uhmm... a te piace utriusque!»

Da qui è rimasta la locuzione «a te te piasce Utriusque», ad indicare il bere vino e non solo.

Molti, credendo che U sia l'articolo indeterminativo maschile, lo staccano da triusque, creando un falso, perché triusque non significa nulla.

Molte altre parole della lingua o dialetto barese provengono dal latino, naturalmente, essendo una lingua romanza. Alcuni esempi:

  • mò: significa sia adesso, sia fra un po' («Mò addavenì»; «Sì, sì mò veng»), stessi significati nel latino mox;
  • auè, da ave, che in latino si leggeva aue, essendo la v e la u la stessa lettera e pronunciata sempre u;
  • filecenza (parola magica che interrompeva i giochi dei bambini sino agli anni '50) da fiat licentiam, sia data licenza, facciamo pausa;
  • cra e p(e)scrà: da cras, post cras, con stessi significati: domani, dopodomani;
  • cramatine: da cras mane, con analogo significato: domani mattina;
  • U miir (il vino): gli antichi romani di solito degustavano il vino allungandolo con un terzo di acqua, quando lo degustavano senza aggiunte era " vinum merum".
  • La locuzione "Cape de zì Vincinze” (per dire "un bel niente": "Ti jà dà cape de zì Vincinze") deriva dalla locuzione latina "Caput sine censu", cioè persona senza reddito (per cui non paga le tasse, come gli schiavi), nullatenente.
  • Prquec (pasticcio): da “qui pro quo” (equivoco).