Salta al contenuto principale

Aiutaci a migliorare il sito: rispondi al questionario | Se hai dubbi o problemi leggi la Guida all'uso del sito

Ottorino De Lucchi & Marika Vicari | Naturae

Ottorino De Lucchi & Marika Vicari | Naturae | Punto Sull'Arte
Da 14 Marzo 2020 - 10:00 a 11 Aprile 2020 - 19:00
Città: Varese
Indirizzo:

Viale Sant'Antonio 59/61
VareseVA
Italia

La mostra NaturaeVisioni tra realtà e immaginazione vede il ritorno di due artisti già noti al pubblico della Galleria Punto Sull'Arte: Ottorino De Lucchi con i suoi virtuosi fiori in watercolor-drybrush e i leggiadri acquerelli su carta di Marika Vicari, per un totale di circa 30 opere inedite. 

Le opere di De Lucchi e Vicari, realizzate in occasione della mostra, creeranno un sofisticato dialogo in cui analogie e differenze si intrecciano, sovrappongono, distinguono e sottolineano reciprocamente. Sarà proprio la Natura a conquistare, nelle opere degli artisti, il ruolo principale, evidenziando una caratterialità diversa nella singolare visione artistico-estetica che, rispetto al linguaggio di ognuno di loro, attesta principi peculiari e, per questo, rinnova, sempre e ancora, il mistero della sua essenza immutabile. Le serie inedite dei due artisti genereranno un momento, un istante di un tempo assoluto che, nell’irripetibile del suo proporsi, annulla ogni processo spazio-temporale contingente e trasporta lo sguardo del pubblico in un complesso susseguirsi di pensieri, immaginazioni e definizioni. Saranno in grado di dimostrare come, l’elemento naturale, sia ancora capace di colpire e suggestionare la fantasia e il sentimento proprio di chi osserva, incuriosendolo e motivandolo secondo una poesia e una liricità universali.
L’allestimento pensato appositamente per l’occasione darà modo alle opere di evidenziare l’individualità delle posizioni di De Lucchi e di Vicari, ma anche di stabilire un insieme di connessioni che aprono inedite aspettative e chiavi di lettura capaci di oltrepassare la specificità della loro visione indipendente. Nel percorso espositivo, quindi, l’alternanza continua della loro intensa espressività permetterà di mutare volto all’immagine (e all’immaginario) naturale, di viverla in una modalità che lascia attivare atmosfere profondamente diverse che, alla fine, troveranno un punto di coerente e congruente similitudine.
Ritorna un legame con la storia in Ottorino De Lucchi che, acquisendo come soggetto la “classica” natura morta, stupisce il pubblico con quella perfezione imperfetta in cui la finzione stessa sa quasi superare, con la maestria della mano del pittore, la realtà stessa che prova a descrivere. L’iperrealtà della sua pittura stupisce per il suo metodo: curato, puntuale, attento non lascia spazio alla distrazione, non ne resta immune nemmeno l’osservatore, costretto a una continua e costante ispezione dell’immagine pittorica per capire dove si chiude la verità e dove si apre la finzione.
Marika Vicari, al contrario, rende rarefatta ogni sua composizione che, tra bianchi e neri, e aggiunte indeterminate di un solo colore, evoca memorie e ricordi di paesaggi vissuti ed esplorati. La sua proposta rimanda a un lirismo di coscienza e interiorità in cui la verità si accenna in un’indeterminata e appena accennata definizione. Tutto rimane sospeso: gli orizzonti sono spezzati, i dettagli interrotti e la precisione, forte nella sua tensione, rimane accennata in un frangibile disfacimento. Le sue foreste, i suoi alberi si chiariscono nell’essere necessaria metafora della nostra esistenza e della nostra storia umana. In una lettura di antico Romanticismo, si avvia un’attualità di riflessione che non soffoca alle lusinghe delle mode.
Le opere dei due artisti definiscono due nature che sanno trovare un punto di equilibrio e rispetto concedendosi vicendevolmente le rispettive mancanze, debolezze e fragilità; alimentandosi con le peculiarità della propria particolarità stilistica, espressiva, intuitiva. Il confronto tra Vicari e De Lucchi si concede in una reciproca compenetrazione che, all’insegna di una forte ed energica poesia silenziosa, rinsalda il patto visivo con un’altra possibile lettura lirica del (nostro) Mondo, posto fuori da ogni tempo e lontano da ogni contingenza del presente.


Un catalogo bilingue, con la riproduzione delle opere esposte e il testo del curatore Matteo Galbiati, verrà realizzato da Punto Sull'Arte.