Salta al contenuto principale

Aiutaci a migliorare il sito: rispondi al questionario | Se hai dubbi o problemi leggi la Guida all'uso del sito

#StayHome

Da 30 Aprile 2020 - 09:00 a 16 Maggio 2020 - 19:00
Città: Varese (VA)
Indirizzo:

Viale Sant'Antonio 59/61
VareseVA
Italia

#StayHome è la nuova mostra esclusivamente online di Punto Sull'Arte. Nelle opere dei 9 artisti, pittori e scultori, le nostre città e le nostre case sono da sempre uno dei temi centrali della loro produzione. Il periodo di quarantena che ha limitato i nostri movimenti nell’ultimo mese ha comportato un grande cambiamento della nostra quotidianità: le grandi metropoli si sono spopolate, strade vuote dove solo poche persone e auto sfrecciavano isolate e intimorite; le abitazioni sono state reinventate, sono divenute uffici, scuole, parchi giochi e palestre. La separazione tra la vita privata e quella pubblica è stata annullata ma le nuove tecnologie ci sono venute incontro riuscendo a ricreare in sole quattro mura nuovi ambienti in cui siamo stati catapultati e accolti. Le opere raccolte in questa mostra ci offrono la possibilità di riflettere sulla realtà che ci circonda, sul significato e il valore che custodiscono gli ambienti che quotidianamente viviamo.

Reminiscenza della metafisica dechirichiana sono i dipinti corposi e materici di Matthias Brandes. Il tempo rimane sospeso, immobile e tangibile proprio come le costruzioni che ci ripropone. L’atmosfera è carica di suggestioni, a un tratto tutto sembra per evolversi, l’instabilità sembra prevalere ma la solidità dei cipressi e dei parallelepipedi ci rincuora e ci restituisce un tempo assoluto di tranquillità.  Lineari, pulite e minimaliste le architetture di Carlo Cane si stagliano cariche di dettagli su sfondi lattiginosi in cui a prevalere è il bianco e le colature grigio-bluastre. In questa fase della sua carriera l’artista ha colto l’essenza e a prevalere è la dimensione intima ma al tempo stesso distaccata e fredda di questi palazzi, monumentali ma spogli di ornamenti. Nelle tele di Daniele Cestari l’uomo è presente tramite la traccia che il suo passaggio ha lasciato, attraverso i muri carichi di vissuto. Seppur nelle strade non c’è nessuno che passeggia, nessun turista che scruta ogni angolo nascosto, nessun impiegato che si affretta a raggiungere il suo ufficio, tutto questo, la frenesia e i pensieri, divengono tangibili attraverso le estese pennellate e i colpi di spatola. L’immensità del blu ci avvolge, scende la notte e ci abbraccia. L’oscurità di Luca Gastaldo non fa paura, è rassicurante. Attraverso il bitume, l’olio e i gessetti l’orizzonte diviene incommensurabile e il resto sembra scomparire. La natura prende il sopravvento andando a creare paesaggi romantici in cui l’uomo prende consapevolezza del suo essere infinitamente piccolo. Marta Mezynska nei suoi oli coglie angoli nascosti delle nostre città, il suo sguardo sempre curioso è alla costante ricerca di visioni insolite che passano inosservate a coloro che, quelle città le vivono quotidianamente. Le coloratissime insegne delle vetrine si stagliano vivaci e nitide emergendo prepotentemente dai profili dei centri storici mostrandoci un nuovo mondo, tutto da riscoprire. Scenari desolati e silenziosi fanno da protagonista inconsapevole dei quadri di Ernesto Morales. Ognuno di noi è chiamato a rileggere gli spazi urbani interpretandoli secondo il proprio vissuto e il proprio immaginario. Il tema della migrazione viene approfondito secondo nuovi canoni e costringe l’osservatore a dover ripensare alla propria identità e al ruolo che ricopre nella società. Nei dipinti di Nicola Nannini ritroviamo luoghi a noi familiari nonostante non ci sia nessuna traccia dell’uomo. Il silenzio è divenuto assordante, la notte ha preso il sopravvento sulla città, le luci divengono calde e avvolgenti, solo la luce artificiale di qualche lampione qua e là ci permette di intravedere ancora i profili dei monumenti delle piazze L’espressione artistica di Kyoji Nagatani è profondamente legata all’essenza minimalista giapponese. La semplicità delle forme lineari e levigate del bronzo celano in realtà un messaggio nascosto tra i chiaroscuri che la materia plasmata crea. Sculture massicce appaiono leggiadre grazie alle linee sinuose che invitano a indagare sempre più a fondo donando una sensazione di serenità. Tomas Martinez Sunol si riappropria della sua città d’origine tramite ombre e colori che creano composizioni in cui la forza espressiva si confronta in un perfetto equilibrio con le tonalità calde e terrose degli scorci di Badalona. Le superficie risultano interrotte da linee a tratti impercettibili e dalle finestre che raccontano della vita degli uomini.

In tutti noi rimarrà traccia di queste giornate in cui abbiamo vissuto una realtà alternativa. In questo periodo si è riusciti ad apprezzare ciò che ci circonda e l’arte custodita nelle nostre dimore ci ha aiutato, come sempre fa l’arte, a colmare le mancanze, a darci la possibilità di sognare e immaginare luoghi che non abbiamo mai vissuto, a fuggire, almeno con i pensieri, in una realtà parallela.