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Mass media, linguaggio e saperi

L'ha detto la tv, l'ho trovato su Google... quali competenze linguistiche per il terzo millennio?

Tutti sanno scrivere, si impara alle scuole elementari e oramai - per fortuna! - non ci sono più analfabeti. Questo è quello che pensano in molti (sbagliando). Ma in realtà, saper scrivere non è così facile come si pensa; non è solo un fatto di ispirazione, o di creatività, ma anche di conoscenza delle regole. E a me - che per 15 anni mi sono occupata per lavoro di correggere le parole degli altri - è capitato di tutto: persino di correttori di bozze che inseriscono errori di ortografia (cioè correggono, sbagliando, parole scritte bene).

L'ha detto la tv, l'ho trovato su Google...

Se fino a qualche anno fa, per dotare di un marchio di veridicità una qualsiasi cosa, si usava la frase "l'ha detto la Tv" (come se chiunque parlasse in Tv fosse, per questo solo motivo, portatore di verità assolute), oggi si dice "l'ho trovato su Google".

Bene, se chi parla in Tv non è indenne da errori, neanche chi pubblica pagine su Internet lo è. Anzi, è talmente facile per chiunque (e anche poco costoso, se non totalmente gratuito, considerando che basta scrivere in un forum collegandosi da una biblioteca o da un Internet café per pubblicare sul web i propri scritti) lasciare le proprie parole a imperitura memoria, che la prima cosa da fare di una notizia trovata in Rete è quella di verificarne l'attendibilità. Quanto all'ortografia e alla grammatica, considerate questo: neanche sui giornali c'è ormai il tempo per la correzione di bozze: il giornalista scrive e non sempre ha la possibilità di verificare la corretta trascrizione di un nome straniero o l'errore di battitura.

La mia professoressa d'italiano al liceo diceva di non prendere mai esempio dai giornalisti per la qualità formale della scrittura: non solo la sintassi, ma anche l'ortografia è spesso ignorata, e i tempi strettissimi impediscono una rilettura attenta che potrebbe eliminare almeno gli errori di battitura. La gente non ci fa caso, quel che conta è la notizia. D'accordo. L'importante, però, è non usare i giornali al posto dell'enciclopedia, del dizionario o della grammatica.

Lo stesso vale per Internet. Da alcune ricerche nate per caso sono venute fuori molteplici stranezze. L'inesistente verbo "proporrere" (al posto della forma corretta proporre) è attestato su Google in una quantità (crescente nel tempo) di occorrenze, molte delle quali di siti stranieri tradotti in italiano, ma anche in pagine di blog e forum (e sì, anche questo articolo contribuirà ad aumentare il numero delle occorrenze).

Altro esempio: in moltissimi siti e forum è scritta in maniera errata l'espressione "questo che c'entra?" o "non c'entra nulla" e simili. Il verbo non è "centrare" ma "entrarci". Non ci credete? Controllate su un vocabolario. Qui riporto la definizione del dizionario Garzanti: "interferire, immischiarsi: entrare negli affari di qualcuno | c'entra, non c'entra, ha o non ha attinenza con ciò di cui si parla".

Per non dire della diffusissima abitudine di scambiare accenti e apostrofi (vedi quanto già scritto in La lingua, le regole, la tecnologia).

Quindi, ancor più che coi giornali, bisogna porre molta attenzione alla fonte e alla sua attendibilità: in caso di dubbio, anche restando on line, esistono autorevoli dizionari (Il Garzanti e il De Mauro della Paravia, per esempio) e buoni siti di consultazione, per esempio Sapere.it, della De Agostini, gratuito per la consultazione dell'enciclopedia generale.

Wikipedia può essere un'ottima fonte, anche se la versione italiana non ha un controllo puntuale come quella in lingua inglese, ma ci si trova davvero di tutto (attenti però: non è esente da errori).