Conclusione?
Guardando un po’ gli accenti delle parole si può dire che:
1. Accentate come vi pare le parole che derivano dal greco. Luca Serianni consiglia di accentarle alla latina (quando questo è possibile). Ma se mi chiedete come fare a capire se una parola deriva dal greco, devo ahimè rispondervi che sono fatti vostri. Sì, certo, le parole in “osi” generalmente derivano la greco, e anche quelle in “ite”. Ma nel complesso la questione è più irta di eccezioni che di regole.
2. Generalmente, la maggior parte delle parole della cui accentazione non siamo sicuri si accentano sulla penultima. Su 126 parole di cui abbiamo discusso in questo articolo, 82 sono accentate (o, comunque, possono essere accentate) sulla penultima. La tendenza ad anticipare l’accento (che si chiama baritonèsi), spostandolo verso l’inizio della parola nelle voci non popolari o non usuali – insomma in quelle che non si conoscono – è una tendenza delle persone poco colte che percepiscono in questa anticipazione una specie di nobilitazione del linguaggio. Per non farvi prendere per poco colti, quindi – e a costo, magari, di commettere un errore – se non sapete come si pronuncia una parola e non avete un vocabolario a portata di mano, accentatela sulla penultima. Alla più brutta potrete giustificarvi così: “Come lei ben sa, esimio dottore, nella lingua italiana la maggior parte delle parole è accentata sulla penultima. Quindi, la mia è stata una scelta probabilistica, dettata dalla prudenza e dalla conoscenza dei principi generali della lingua. Se errore c’è stato, è segno di consapevolezza, non di insipienza.”
Fatemi sapere :-)
Nota di Immaginaria
È on line da qualche mese una preziosissima risorsa, per sciogliere ogni dubbio sugli accenti esatti, e imparare a conoscere meglio la lingua italiana. È il DOP, Dizionario di Ortografia e Pronunzia, consultabile gratuitamente e liberamente.