Lettera aperta per e-book accessibili
Una lettera aperta rivolta agli editori perché il libro digitale, l'ebook, diventi un'occasione per rendere i contenuti accessibili anche a ipovedenti e non vendenti, e non l'ennesima occasione per escludere e discriminare. Una lettera che chiunque può sottoscrivere (entro il 30 maggio).
Ecco il testo della lettera, che si può sottoscrivere inviando una email a Donato Taddei (do.taddei@virgilio.it).
Noi ipovedenti e non vedenti guardiamo con estremo favore il fatto che l’editoria italiana finalmente punti sull’ebook in quanto, teoricamente, questo potrebbe abbattere forse definitivamente molte delle barriere e delle intermediazioni che ostacolano il nostro accesso alla cultura, alla scuola, all’informazione scientifica.
Noi pensiamo che la scelta di un formato aperto e con le caratteristiche di epub possa altresì soddisfare necessità di trascrizioni alternative e di riadattamento che dovvessero essere necessarie per la fruizione più completa dei contenuti.
Siamo tuttavia estremamente preoccupati dal modo con cui la giusta difesa del DRM potrebbe di fatto vanificare queste nostre speranze, come fanno purtroppo presagire i primi esperimenti di ebooks: molti ebook commerciali in formato epub sono esclusivamente utilizzabili dall’interno del programma Adobe digital editions, od altri software e devices proprietari, e questo per noi significherebbe la sostanziale inaccessibilità ai contenuti, come del resto è stato già sollevato da prestigiose università americane nei confronti sia del software di Adobe che del lettore di ebook di Amazon.com, provocandone il rifiuto di adozione da parte loro; come si sa la questione delle eccezioni al Drm e ai sistemi di protezione è tutt’ora aperta in ambito internazionale, specie per quanto riguarda eccezioni e attenuazioni dei meccanismi di protezione a favore dei disabili, specie delle aree svantaggiate del globo, ma non solo, come dimostrano alcune attenuazioni già attualmente previste dalla legge del Regno Unito.
Tali istanze si pongono innanzitutto per l’inaccessibilità del software, ma anche per l’impossibilità di trasferire anche solo parzialmente e selettivamente dei contenuti a devices alternativi, per esempio a un software per la stampa braille o a caratteri ingranditi.
Noi crediamo che i grossi gruppi editoriali e i loro partners scientifici abbiano le competenze necessarie per proporre sistemi di gestione del DRM compatibili con le deroghe al diritto di autore previste dal DLGS 9 aprile 2003, n. 68 recante:
“Attuazione della Direttiva 2001/29/CE sull’armonizzazione di taluni aspetti del diritto d’autore e dei diritti connessi nella società dell’informazione”
che ha ridefinito la materia contenuta nella legge 22 aprile 1941, n. 633, con particolare riferimento all’art.9 di tale decreto che fissa eccezioni al diritto di autore.
Si veda al riguardo il relativo testo modificato della legge 633/1941 articoli 55, 68, commi 1 e 2, 69, comma 2, 70, comma 1, 71-bis e 71-quater, circa la possibilità per tutti di fare copie per uso personale (art. 68) con mezzi non idonei allo spaccio (di certo, per fare un esempio, l’estrazione di un testo destrutturato non è un mezzo idoneo allo spaccio).
Si segnalano in particolare le eccezioni al diritto di autore previste all’art. 71 relative ai disabili.
Infine, per quanto riguarda i libri scolastici, il formato digitale accessibile è previsto espressamente dall’art. 5 della legge 4/2004 in materia di accessibilità dei sistemi informatici a soggetti disabili.
Come detto noi disabili, specie visivi, crediamo molto nelle potenzialità emancipatorie dell’ebook per ciò che ci riguarda, e ci basterebbe soltanto che essi fossero conformi alle leggi, e sappiamo anche che si possono trovare soluzioni tecniche atte a contemperare le esigenze del DRM come l’esercizio delle summenzionate eccezioni e deroghe.
Sappiamo anche che la gestione di queste eccezioni a deroghe a favore dei disabili, a differenza che per il passato, oggi non necessita più di soggetti intermediari che garantiscano il requisito della disabilità, ma può basarsi su una rete istituzionale sicura; questo significa che un editore può verificare non solo se una persona è disabile ma anche di quali disabilità è portatore, e conseguentemente autorizzare profili di utilizzo e di copia in relazione allo specifico handicap.
Ci preme far presente queste cose proprio perchè se ne tenga il giusto conto in fase di progettazione e messa a punto delle piattaforme tecnologiche, innanzitutto nel nostro interesse a non essere ancora una volta emarginati, ma anche nell’interesse di chi investe in tali progetti.
Infatti errori di progettazione possono precludere spazi di mercato, e, in caso di adeguamenti successivi, hanno numerosi costi aggiuntivi, mentre ora sarebbero quasi a costo zero.
Auspicheremmo infine che, prima dell’entrata a regime della piattaforma, essa possa essere testata e rodata attraverso procedure e file di esempio che permettano di risolvere eventuali criticità sia per quanto riguarda le procedure di acquisto e di pagamento che le modalità di fuizione dei contenuti: al riguardo sarebbe di particolare utilità collaudativa poter disporre di pubblicazioni scientifiche, anche di dominio pubblico, secondo i differenti profili di utilizzo, perchè è su questo versante che possono porsi i maggiori problemi di trascrizione secondo modalità sensoriali alternative, e di riadattamento.
Concludiamo augurandovi il meritato riscontro natalizio con vendite massicce di ebook, e augurandoci nel contempo di poterne godere e regalarne anche noi, soddisfatti di aver acquistato e fruito autonomamente senza intoppi, convinti come siamo che questo, per chiudere il cerchio con quanto detto all’inizio, potrebbe speriamo definitivamente risolvere in gran parte i nostri problemi di accesso alla cultura, alla scuola, alla attività professionale.
Con fiducia